La strategia Farm to Fork è il cuore del Green Deal, con l’obiettivo di rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente. Come vengono declinate le ingerenze ambientali sulla futura PAC in termini di sviluppo e motore propulsivo all’interno del comparto agroalimentare?
Sono convinto che la nuova PAC nei prossimi anni rappresenterà per il settore agricolo un consistente stimolo ad ulteriori investimenti con i quali raggiungere obiettivi ambiziosi e confermare la sua resilienza ed importanza strategica per la nostra economia. È chiaro che sarà necessario accompagnare gradualmente le aziende agricole verso le nuove tecnologie, la ricerca, la formazione, ma anche verso l’utilizzo dei dati spaziali per migliorare la produttività e la qualità sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza alimentare. La strategia “Farm to Fork” si propone di rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente, ma credo che la transizione verde e gli obiettivi ambiziosi contenuti nella recente legge sul clima non debbano trasformarsi in un onere eccessivo e penalizzante per cittadini ed aziende, soprattutto se si considera che molti paesi extra UE continuano a produrre senza il rispetto delle nostre regole facendoci una concorrenza sleale. C’è bisogno di un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economica in cui gli agricoltori, con una tempistica adeguata, possono e devono diventare protagonisti della lotta ai cambiamenti climatici. Come italiani, dobbiamo essere fieri dei risultati già raggiunti dalle nostre aziende sia per la forte riduzione dell’utilizzo dei fitofarmaci sia per essere tra i primi con il maggior numero di superfici con produzione biologica. Certamente si può fare ancora di più e per l’Italia la nuova PAC significa oltre 50 miliardi fino al 2027, risorse importanti con cui accompagnare le nostre aziende a rafforzare e difendere ulteriormente il sistema agroalimentare del Made in Italy.
Lei rappresenta dei territori significativi come quelli dell’Italia centrale. Una politica europea può fondarsi e reggersi solo partendo dalle produzioni e dalla quantità? Si parla di identità, territori, biodiversità, come si caratterizzano questi aspetti? Come si avvicinano i territori tutti all’Europa per una valorizzazione delle agricolture e una riqualificazione delle nostre particolarità?
I territori che rappresento sono tra quelli più produttivi a livello nazionale ed esprimono importanti potenzialità economiche. Oggi l’agricoltura svolge funzioni socio economiche che vanno oltre la produzione primaria e, infatti, si caratterizza con azioni che favoriscono la protezione dell’ambiente e del territorio, conservano la biodiversità, ottimizzano l’utilizzo delle risorse naturali, contribuiscono alla sopravvivenza e valorizzazione delle aree rurali, garantiscono la sicurezza alimentare. Senza considerare che l’agricoltura stimola i processi industriali, l’organizzazione di servizi e la promozione turistico – ricettiva dei luoghi. Ogni territorio esprime una sua identità costituita da un insieme di elementi fisici, naturali e culturali che vanno salvaguardati e raccontati. Anche la biodiversità caratterizza l’identità di un territorio ed è per questo che l’Europa all’interno della PAC ha individuato un’apposita strategia perché l’agricoltura è fortemente legata alla biodiversità di un territorio. Ricordiamo che la PAC è tra le politiche europee più importanti che utilizza circa un terzo del bilancio europeo per il sostegno a milioni di agricoltori. Probabilmente è una delle politiche che tra tante difficoltà ha maggiormente favorito il processo di integrazione europea ed è per questo che potrà continuare ad essere uno strumento concreto di collegamento tra l’Europa e i territori, rendendo i cittadini consapevoli delle tante opportunità rappresentate dall’Europa.
Si potrebbe riuscire a costruire una dimensione in cui ci sia dialettica costante tra territori ed Europa, riqualificando la dimensione privata e attribuendo a questa un ruolo di connessione diretta? Si potrebbe immaginare la costruzione di un tavolo di lavoro sperimentale i cui interlocutori sono imprenditori agricoli, rappresentanza e istituzioni?
Purtroppo dobbiamo riconoscere che non sempre c’è stato un vero collegamento tra l’Europa ed i territori, sia per colpa di un’Europa tecnocratica sia per una narrazione negativa che i territori hanno dato, evidenziando spesso solo le criticità di un progetto che invece ha dimostrato, soprattutto nell’emergenza Covid, di essere necessario ed indispensabile per poter affrontare difficoltà e sfide presenti e future. Più volte ho ribadito quanto il Vecchio Continente sia percepito come realtà lontana dai cittadini e dalle loro esigenze, ma non è assolutamente così. Il Covid, nel segnare il periodo più critico a livello mondiale, ha saputo far uscire fuori quello che è sempre stato lo spirito dell’Unione europea che, con il Next Generation Eu, ha risposto in maniera efficace, reattiva e resiliente alla crisi dando a tutti gli Stati membri, ma soprattutto a cittadini ed imprese, la vera forza di questa Europa caratterizzata da coesione e unità di intenti per il futuro. La vera forza dell’Europa devono essere i cittadini che vanno coinvolti e sensibilizzati a prendere consapevolezza di essere parte di una comunità che va oltre il proprio territorio nazionale. In questa direzione si sta lavorando nella Conferenza sul Futuro dell’Europa che offre ai cittadini europei un’occasione unica per ragionare sulle sfide e le priorità dei Paesi. Chiunque, a prescindere dalla provenienza o dall’attività svolta, potrà utilizzare questo strumento per confrontarsi sul futuro dell’Unione europea che coincide con il suo futuro. Condivido l’idea di un tavolo di confronto con tutto il mondo imprenditoriale affinché le Istituzioni nazionali e locali, unitamente alle associazioni di categoria e parti sociali, possano favorire un processo di ascolto delle rispettive esigenze e aspettative nonché condividere azioni e iniziative di sostegno e rilancio della nostra economia. Come parlamentare, sono sempre stato attento nell’ascoltare le necessità e le esigenze degli imprenditori agricoli, soprattutto della mia circoscrizione, mettendo loro a disposizione una piattaforma digitale, www.insiemeineuropa.it, per avere gratuitamente informazioni sulle varie opportunità di finanziamento e visitando le singole aziende per rapportarmi con la loro realtà da vicino in modo da capirne le vere dinamiche e le problematiche annesse. Ogni azienda, soprattutto quelle a conduzione familiare, ha una storia importante che va tutelata e rispettata perché rappresenta la storia non solo del territorio, ma anche della nostra Italia.
