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QUANDO LA CREPA DIVIENE POTENZA

Conosciamo due esperienze – le Cooperative AgriBomBom e Ciera dei Colli - che hanno fatto della cooperazione e della multifunzionalità un fattore di crescita e reddito
Oltre le etichette, la “giusta distanza” culturale e la prosopopea dell’etico e buono, la ruralità è davvero la frontiera attraverso cui sperimentare dinamiche inclusive ed innovative in grado di creare reddito e dignità. Una scintilla può... nascere da realtà come Agri BomBom e Ciera dei Colli, eccedenze in grado di rigenerare la ruralità.

Per declinare la nostra società secondo un nuovo paradigma, più etico e di condivisione, occorre rileggerla con una triplice chiave: agricoltura, multifunzionalità e innovazione sociale. È infatti nel connubio tra attività produttiva, know-how e background storico-culturale che risiede quel patrimonio comune che è la ruralità.

Ragionando in questa direzione, la cooperativa agricola sociale AgriBomBom offre una chiara dimostrazione di come l’agricoltura non debba più essere vista per soli scopi produttivi, ma anche e soprattutto come possibilità di formazione individuale e collettiva. Si tratta di realizzare, allo stesso tempo, valore economico e valore sociale, con l’intento di determinare nuove opportunità inclusive e fornire competenze.

AgriBomBom, infatti, nasce con l’obiettivo di creare nuove opportunità per i soggetti “in stato di svantaggio” che, comunemente, vengono tagliati fuori dal mondo del lavoro. Questi, attraverso un percorso formativo, hanno modo di rintegrarsi non solo in termini lavorativi, ma anche sociali, costruendo il proprio bagaglio di conoscenze, competenze e professionalità che li rende pienamente competitivi nel mondo del lavoro, uscendo fuori dalle comuni logiche e processi di mera sussidiarietà e assistenzialità rivolti ai soggetti svantaggiati.

Oltre i servizi base, la cooperativa fornisce consulenza nella progettazione in ambito PSR, è impegnata nella rigenerazione dei terreni abbandonati, attraverso la concezione di nuove opportunità produttive ed economiche rivolte sia a soggetti pubblici che privati e si occupa di manutenzione, progettazione, riqualificazione e valorizzazione del verde comune, percorrendo la strada del riutilizzo produttivo e sociale, seguendo delle linee guida per la gestione del verde urbano che prevedono il coinvolgimento e l’occupazione di risorse in loco a cui verrà fornito mentoring e formazione.

Accanto a tali forme di innovazione, non bisogna dimenticare la fondamentale esperienza di produttori/gestori/imprenditori che da decenni sono custodi del territorio e delle tradizioni. Merita pertanto menzione e attenzione un’altra cooperativa, La Ciera dei Colli, che oltre a valorizzare biodiversità, territorio, qualità e promuovere e concretizzare un ragionamento forte in termini di filiera, mette a valore le proprie conoscenze e relazioni per formare i nuovi attori del comparto agricolo, diventando leva di innovazione per il territorio.

Tradizione e innovazione sono generalmente considerati estranei tra di loro e agli antipodi di un ragionamento: l’obiettivo di La Ciera dei Colli è creare tra loro una sinergia. Occorre dunque non sottovalutare né coloro che sono la voce e gli occhi del passato, né i giovani, che racchiudono insieme presente e futuro, ma bisogna unire questi due aspetti attraverso forme di cooperazione.

È proprio in questo che deve insistere la sinergia: unire l’esperienza alla novità, in modo da riuscire a ragionare in termini trasversali e di connessione, partendo dalle agricolture, passando per la multifunzionalità ed arrivando all’innovazione sociale.

Tutto ciò è possibile, sempre e comunque, grazie alla crescita del sapere diffuso, all’accrescimento delle competenze e alla condivisione delle esperienze in grado di mettere in relazione le molteplici caratteristiche e dimensioni del comparto rurale, con il fine di creare valore aggiunto per l’intero territorio.

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Ruralidea
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