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MULTIFUNZIONALITÀ, INNOVAZIONE E TRADIZIONE: L’UNICO FUTURO POSSIBILE PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

Scopriamo attraverso l’esperienza dell’Azienda come sia possibile declinare e praticare un modello di sviluppo inclusivo, qualitativo e sostenibile coniugando cultura e produzione, agricoltura ed economia immateriale.
L’Azienda Agricola la Rocca da anni pratica, creando valore aggiunto, la un’agricoltura multifunzionale che trova linfa nella declinazione del patrimonio produttivo con i fattori derivanti dalle sfumature del territorio, dell’economia immateriale, dalle potenzialità costruite attraverso reti dal basso.

Potreste raccontare la vostra idea imprenditoriale che evidentemente è fortemente innovativa ed in grado di coniugare produzione ed immaginario? E soprattutto potreste evidenziare gli elementi che danno maggior forza al vostro progetto e quali invece gli aspetti che creano maggiori problematiche?

Io (Giulia) e mio marito Alessandro abbiamo iniziato ad immaginare ciò che stiamo realizzando circa 10 anni fa, quando abbiamo filato a mano il pelo del nostro cane, indipendentemente dalla particolarità della fibra (che all’estero è normalissimo processare), abbiamo subito notato quanto interesse ci fosse attorno “alla nascita di un filo” e quanta poca cultura ci fosse in questo ambito. Piuttosto vedevamo intorno a noi il crescere di messaggi fuorvianti e poco trasparenti nel settore tessile. Poi è arrivato il terremoto a farci capire che i Monti Sibillini avevano bisogno di rilancio, di valorizzazione e di qualcosa di veramente buono!

Il progetto Sibillana nasce dalla volontà di tutelare la razza Sopravissana che è a rischio estinzione e di conseguenza la sua fibra, tanto pregiata quanto rara e poco conosciuta. Qualche grande marchio l’ha utilizzata non in purezza facendone perdere anche il valore percepito dall’utenza. Sibillana invece si propone di processare solo fibre di pecore Sopravissane vere (iscritte al Registro Anagrafico nazionale) senza alcuna miscela. Il filato che se ne tira fuori è di altissima qualità ma lavorarla in purezza significa anche incontrare più difficoltà nella lavorazione. Inoltre, per i quantitativi disponibili oggi in Italia, dati dal numero esiguo di pecore Sopravissane, l’impianto che abbiamo deciso di installare a Rocca di Montefortino è piccolissimo, oneroso e “antieconomico” nell’ottica dei grandi numeri. Pertanto se da un lato Sibillana ha un’infinità di qualità, sia in termini di prodotto che in termini di processo, territorio, indotto, etc… dall’altro deve avere un prezzo elevato rispetto alla media di mercato che lo fa essere oggi un filato decisamente di pregio.

Quanto è importante l’innovazione, non solo come tecnologia, ma anche come competenze, responsabilità, visioni? 

L’innovazione con un occhio che studia costantemente il passato per  noi è fondamentale. Abbiamo una visione ben chiara sui nostri obiettivi, in termini di allevamento, di cultura in ambito tessile e di tutela dell’ambiente e crediamo che innovarsi e studiare continuamente sia fondamentale.

Analizzando la vostra realtà, emergono tre elementi con forza: multifunzionalità, connessione tra agricoltura e creatività, rapporto simbiotico tra produzione, territorio e cultura che emerge ad esempio dalla presenza del museo, dalle vostre attività laboratoriali etc ..  

È una giusta lettura? E come questi elementi hanno inciso e incidono nelle vostre scelte

Si è giustissimo, guardando il “rischio d’impresa” questo ci permette di frammentarlo e di operare in ambiti molto distinti tra loro.

Per quanto riguarda invece Sibillana tutti i comparti sono decisamente sinergici e indispensabili l’uno all’altro. Con le visite che svolgiamo presso la nostra fattoria ed il museo, rivolte sia a famiglie che a scuole e ad un pubblico di qualsiasi età, andiamo a creare dei punti interrogativi nella mente dei visitatori, domande che generalmente non si pongono. Maggiore attenzione sulla provenienza delle fibre, sulla tintura, sulla composizione di un capo. Raccontiamo cosa ha portato la pecora Sopravissana verso l’estinzione (il mondo globale e l’industrializzazione del settore tessile) e facciamo riflettere a vari livelli.

Da un lato stiamo cercando di sensibilizzare gli allevatori sull’importanza della loro figura professionale, acquistiamo fibra ad un prezzo maggiore rispetto alla media e crediamo fortemente che allevatori più soddisfatti e consapevoli potrebbero fare la differenza per far uscire la razza Sopravissana dalle specie ovine a rischio estinzione.

Dall’altro lato lavoriamo sull’utente finale che deve capire perché Sibillana è un prodotto diverso e di pregio. L’interesse  di grandi firme dell’alta moda è sicuramente la prova che stiamo andando nella giusta direzione.

Contestualmente a tutto ciò, portiamo visitatori sui Sibillini e creiamo indotto ed interesse intorno alla cultura di questo territorio.

L’azienda agricola La Rocca è un vero e proprio hub di cultura, innovazione e produzione; ciò emerge con forza dal progetto “Sibillana”, come nasce questa idea e quali sono i punti di forza della stessa. 

Non volendo li ho descritti nel punto precedente, sintetizzando, cerchiamo di operare in ambito culturale/turistico con le visite guidate, di valorizzare il territorio raccontando tanto della pecora Sopravissana e della sua lana, produciamo filati a km0 e facciamo solo tintura naturale. L’etica è alla base di ogni nostra azione qui a La Rocca.

Guardando il vostro sito e soffermandoci sulle vostre attività, risultano centrali le relazioni sia in termini territoriali che di filiera; è una corretta lettura? Ed in caso, come si rafforza ogni giorno questo connubio e questa sinergia tra imprese e tra le stesse e la dimensione rurale circostante?

Non è semplice ma crediamo fortemente che il mercato abbia bisogno di un filato a km0, e solo valorizzando il lavoro dei nostri colleghi pastori possiamo fare la differenza. Per gli allevatori la lana era diventato solo un costo ed un problema (costo della tosatura più smaltimento della lana in discarica), abbiamo iniziato, ma la strada è ancora lunga, ad invertire la rotta facendo percepire che la lana è una risorsa e solo mettendo al primo posto il benessere animale possiamo fare bene. Quindi se da un lato cerchiamo di infondere cultura nel consumatore finale, dall’altro stiamo facendo un gran lavoro anche con gli allevatori, affinché Sibillana sia un prodotto di cui andare fieri a tutti i livelli della filiera.

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Ruralidea
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